Il Socio Corrado Grillo ci racconta così la sua impresa di sci-alpinismo :
Partiamo in sette all’alba del 1° febbraio diretti a Marrakech: abbiamo scelto questo periodo perché è fuori stagione con minori possibilità di incontrare quelle frotte di escursionisti che – quasi esclusivamente a piedi – assaltano il Toubkal in altri periodi dell’anno. La nostra meta infatti è assai gettonata, sia per la vicinanza a Marrakech sia per l’assenza di particolari difficoltà tecniche nella salita.
Il primo giorno è di avvicinamento: dall’aeroporto di Marrakech ci muoviamo per il paese di Imlil (1740 m.), posto alle pendici del c.d. Grande Atlante e base di partenza per salire al Toubkal, dove in un riad arabeggiante lasciamo gli abiti civili e prepariamo gli zaini.
Il giorno dopo lasciamo Imlil e incominciamo a salire entusiasti lungo una morena detritica verso il rifugio Les Mouflons (3200 m.), che costituirà il nostro campo base. Inizialmente saliamo scarichi, perché – come è folcloristica usanza qui – l’attrezzatura viene portata dai muli sino a circa 2300 m (dove si trova Chammharouch, un gruppo di quattro case di terracotta che fungono da ristoro e appoggio per i viandanti). Lasciati i muli, carichiamo il pesante fardello sulle spalle, sci compresi, risalendo sotto il sole un lungo vallone innevato (ma gli sci li mettiamo ai piedi solo a 2800 m). Dopo circa tre ore e mezza di salita arriviamo sfilacciati al rifugio, dove ci accolgono camerate prive di riscaldamento e locali comuni davvero spartani (le uniche due stufe sono prese d’assalto). Dopo aver mangiato ed esserci ritemprati, ci facciamo dare dagli autoctoni, seppur con qualche difficoltà di comunicazione, alcune indicazioni per la salita del giorno dopo.
Sabato 3 è il giorno della vetta: partiamo poco dopo l’alba nel gelo, insieme ad una trentina di altre persone, ma siamo gli unici con gli sci ai piedi. Per un’ora e mezza percorriamo in parallelo il sentiero dei ‘pedoni’: la salita parte subito con uno ‘strappo’, addolcendosi poi un poco, sino a raggiungere un ampio vallone posto a circa 3700 m., alle cui spalle la vetta del Toubkal fa da anfiteatro. Qui deviamo verso sinistra, abbandonando la più morbida via normale che sale a destra per una cresta con poca neve. Il nostro percorso invece sale molto ripido, a zig zag tra canalini e creste, che – pur senza affrontare mai grandi rischi o pericoli – mette a dura prova la nostra tecnica di salita di skialp (nonché la tenacia di qualcuno di noi colpito dal mal di montagna). Tra le 11,30 e le 12,00 arriviamo – soddisfattissimi – tutti in vetta: Toubkal 4167 metri!! Certamente il tempo splendido ci ha aiutato. Ammiriamo un panorama mozzafiato che spazia a 360° sulle altre vette circostanti della catena montuosa (di cui almeno altre quattro sopra i 4000 m.) sino alla pianura semidesertica. Dopo una sosta non proprio breve, rifocillati e fatte le foto di rito, alle 13,00 ripartiamo: scendiamo con gli sci lungo il percorso di salita, dove troviamo neve bella, non trasformata, a tratti anche farinosa (soprattutto in basso). Ci godiamo due ore di bella discesa, facendo foto e video, scherzando e ridendo soddisfatti di essere arrivati tutti in cima. Ragazzi, che soddisfazione!”
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Il Monte Toubkal (Tubkal, cioè la “vetta da cui si vede tutto”), con i suoi 4.167 metri, è la montagna più alta del Marocco, della catena montuosa dell’Atlante e di tutto il Nord Africa. Si trova a 63 km a sud dalla città di Marrakech, nell’Alto Atlante e nel parco nazionale di Toubkal.