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Storia
In Italia, il canottaggio moderno “debutta” il 31 marzo 1888, quando a Torino viene fondato il “Rowing Club Italiano” che compone il primo “Codice delle Regate” e nel 1891 assume il termine “Reale”. Sempre a Torino, fra le Unioni di Società riunite a Congresso, il 25 giugno 1892 nasce la Federazione Internazionale delle Società dei Canottieri. La prima società fiorentina di canottaggio viene formalmente costituita nel 1886 col nome “Firenze” e l’anno successivo, il 12 maggio 1887, in occasione della inaugurazione della facciata della cattedrale di Santa Maria del Fiore, tra le numerose manifestazioni cittadine, nel pomeriggio, alle ore 15, si svolgono in Arno le gare di canottaggio. Le società partecipanti sono: “Firenze” di Firenze, “Salvatori” di San Romano, “Limite” di Limite sull’Arno, le “Società ginnastica livornese Sebastiano Fenzi” e “Alfredo Cappellini” di Livorno; mentre nel 1898 l’Annuario del “Regio Rowing Club Italiano”, con sede centrale a Torino, in Galleria Subalpina, tra le sezioni e società ‘affigliate’ alla Sezione Toscana, che ha sede a Livorno, figurano le Società: “Alfredo Cappellini” (Livorno), “Il Remo” (Livorno), “Firenze” (Firenze), “Libertas” (Firenze), “Pisani” (Pisa). Nell’ottocentesco chalet costruito sulla sponda sinistra dell’Arno a fianco del Ponte a Santa Trinita, sottostante il lungarno Guicciardini, durante quattro decenni alcune generazioni di giovani fiorentini praticano con successo il canottaggio in tutti i campi di regata nazionali e internazionali. Gli atleti provengono da ogni classe sociale: nobili, studenti, lavoratori, ciascuno disposto a dare il meglio di sé. Perciò i risultati arrivano presto.
La Società “Canottieri Firenze” viene fondata il 6 febbraio 1911, quale erede diretta delle antenate “Libertas”, fondata nel 1890 (la cui maglia era stemmata col Giglio di Firenze), e della “Florentia”. Tutti rami di uno stesso albero, dal quale era fiorita anche una società dedicata al famoso navigatore ed esploratore “Amerigo Vespucci”, nato a Greve in Chianti da famiglia fiorentina.
La “Canottieri Firenze” assume i colori araldici del Comune di Firenze che distinguono anche la maglia sociale: bianca con tre fasce rosse alternate.
Nel 1913 arrivano i primi titoli italiani. Commenta il giornale Lo Sport del Popolo: “(…) nella gara delle jole a otto, ecco lo stile basato in gran parte sullo slancio, la leggerezza, la ripresa morbida e cadenzata, la passata nervosa e a fior d’acqua”.Ma quanti sacrifici! Inoltre, i costi delle trasferte sono spesso sostenuti dagli atleti stessi.La “Canottieri Firenze” raggiunge l’odierna sede sotto la Galleria degli Uffizi nel maggio 1933.Come si capisce, la storia del canottaggio fiorentino si intreccia con quella del canottaggio nazionale fin dagli albori.
1914: Mentre i canottieri di tutta Italia si apprestano ad affrontare il Campionato Italiano, scoppia la Prima Guerra Mondiale. Non si và più in barca, dunque, ma al fronte; non più remi, ma armi; non più sudore, ma sangue: anche quello di nostri venti Soci, caduti nella “gara della Patria”.
Non meno tragiche furono le ferite inflitte dalla Seconda Guerra Mondiale, il cui fronte bellico, superando Firenze nell’agosto 1944, restituì la città alla vita civile. Tra i primi immediati segni della rinascita fu l’apparizione sull’Arno delle nostre imbarcazioni, solcanti il fiume tra lo scenario apocalittico delle rovine degli antichi edifici adiacenti il Ponte Vecchio.
Disastrosa quanto la guerra, l’alluvione di Firenze è un evento ormai tragicamente noto in ogni particolare. All’alba del 4 novembre 1966, gran parte della città si svegliò sommersa dai quattro ai sei metri d’acqua. L’Arno e i suoi affluenti, gonfiati da oltre una settimana di pioggia ininterrotta, durante la notte valicarono gli argini, invasero paesi e campagne a monte di Firenze e in tutto il Valdarno Superiore.
Un’onda di piena stava per abbattersi sulla città, raggiungendola a sessanta chilometri l’ora. Posta com’è sotto il livello stradale, la sede della “Canottieri Firenze” rimase totalmente sommersa per oltre 24 ore e gonfia d’acqua nei giorni successivi. Quando fu possibile rientrarvi, si scoprì ciò che si temeva: erano rimaste intatte solo le muraglie perimetrali. La ripresa fu immediata. Ciascuno dei 350 Soci di allora, si impegnò come poté: moltissimi impugnando pale e picconi per rimuovere quintali di fango che l’acqua del fiume aveva depositato ovunque: pesante come il dolore. Da questi semplici gesti, cominciò la rinascita della “Canottieri Firenze”, e con le poche imbarcazioni della flotta sociale non frantumate dalla furia del diluvio, chissà come scampate a esso, trascorsi due mesi da quel tragico giorno fu possibile ripetere la tradizionale “uscita di Capodanno”: su e giù davanti alla sede del sodalizio remiero, come ogni primo gennaio, ininterrottamente dal 1911.