violino: Maria Teresa De Sanio
violoncello: Livia De Romanis
pianoforte: Stella Ala Luce Pontoriero
Programma svolto:
S. RACHMANINOFF (1873-1943): Trio elegiaco n.1 D. SHOSTAKOVICH (1906-1975): Trio op.67 n.2
La forma del trio, vale a dire costruire un brano musicale facendo dialogare tre strumenti solisti, è stata scelta da molti compositori nel corso dei secoli, ma ha subito delle evoluzioni riguardo ai tre strumenti da unire. In epoca barocca si preferiva il trio d’archi (due violini e violoncello), poi evolutosi in epoca classica in viola, violino e violoncello. Con l’invenzione ed il rapido affermarsi del pianoforte, il piano trio (violino, violoncello e pianoforte) è presto divenuto, tra i compositori, il più classico ed il più amato dei “terzetti”.
E questo non deve sorprendere dato che esso esprime, seppure in embrione, un’orchestra con il minimo possibile di risorse umane.
Ne sono un bell’esempio i due trii di questo concerto, creati da due autori provenienti dalla stessa terra, anche se il primo si può chiamare russo mentre il secondo andrebbe definito sovietico.
Ma malgrado questa distinzione, è in qualche modo riconoscibile una continuità, un’affinità tra i due brani proposti: “elegiaco” è chiamato nel titolo il trio di Rachmaninoff, ma elegiaco potrebbe anche essere chiamato quello di Shostakovich. Intensi, struggenti, in alcuni punti drammatici, richiamano quella visione profonda della vita così spesso presente nell’arte russa, sia essa musicale o letteraria. Ed abbiamo ascoltato, stupiti, come gli autori abbbiano saputo trasmettere tutto questo “pathos” sfruttando mirabilmente e a fondo le capacità della nostra piccola orchestra di tre strumenti.